Ai fini fiscali, per cripto-attività si intende una rappresentazione digitale di valore o di diritti che possono essere trasferiti o memorizzati elettronicamente.
La normativa italiana, seguendo le direttive europee, ha inserito anche questi titoli digitali nel suo quadro normativo, evidenziando l’importanza di una corretta dichiarazione fiscale per tutti i loro investitori.
Il regime impositivo delle cripto-attività è dettato dall’art. 67 co. 1 lett. c-sexies) del TUIR (introdotto dalla L. 197/2022) il quale fa rientrare tra i redditi diversi di natura finanziaria “le plusvalenze e gli altri proventi realizzati mediante rimborso o cessione a titolo oneroso, permuta o detenzione di cripto-attività, comunque denominate”.
Con l’avvento delle nuove regole, la tassazione delle criptovalute si allinea con quella degli altri strumenti finanziari, prevedendo un’aliquota del 26% sulle plusvalenze realizzate.
Per plusvalenza si intende la differenza tra prezzo di vendita e prezzo di acquisto delle criptovalute.
Fiscalmente, le plusvalenze tassabili sono quelle derivanti esclusivamente dal rimborso e dalla cessione a titolo oneroso, con moneta “reale” o elettronica di criptovalute, mentre non costituisce fattispecie fiscalmente rilevante la permuta tra cripto-attività aventi le medesime caratteristiche e funzioni.
Inoltre, non risultano assoggettabili a tassazione le plusvalenze inferiori, complessivamente, a 2.000 euro nel periodo d’imposta.
Le cripto-attività sono soggette inoltre all’imposta di bollo o, alternativamente ad un’imposta sul valore delle cripto-attività nella misura proporzionale del 2 per mille. Dall’imposta sul valore delle cripto-attività è possibile dedurre, fino a concorrenza del suo ammontare, un credito d’imposta pari all’importo dell’eventuale imposta patrimoniale relativa alle medesime cripto-attività versata a titolo definitivo nello Stato estero. Il credito d’imposta non può in ogni caso superare l’imposta dovuta in Italia.
Il quadro W del modello 730, o il quadro RW del modello Unico, sono i campi della dichiarazione dei redditi che accolgono i dati per dichiarare il possesso e qualsiasi transazione finanziaria realizzata con criptovalute.
La dichiarazione di queste attività serve per evitare sanzioni e per garantire la trasparenza e il monitoraggio delle operazioni in un settore noto per la sua volatilità e riservatezza.
La mancata indicazione in dichiarazione dei redditi in maniera corretta di questi asset digitali potrebbe comportare conseguenze piuttosto serie per gli investitori.
Per una consulenza sulla dichiarazione dei redditi delle Criptovalute o sula compilazione del quadro RW contatta lo Studio Lo Torto (Commercialista EUR).